Si definisce Hikikomori un fenomeno nato e sviluppato in Giappone, in Corea e Taiwan. Il termine, coniato da uno psichiatra giapponese, grazie alle parole “hiku” (tirare) e “komoru” (ritirarsi), letteralmente “stare in disparte, isolarsi”.
All’inizio degli anni Ottanta veniva posta attenzione ad un elevato numero di giovani che, per una forma di apatia scolastica, interrompevano ogni relazione, ritirandosi nella propria stanza, rinchiusi per lunghi periodi (Autoreclusione).
In Italia (ma anche in altri paesi: Stati Uniti, Francia, Germania) Hikikomori era poco conosciuto, ma si è diffuso progressivamente e con particolarità diverse.
Ultimamente, visti i dati relativi all’abbandono scolastico, l’argomento è diventato maggiormente discusso.
Diagnosi
Una sindrome Hikikomori è tale quando le persone trascorrono almeno sei mesi in una condizione di isolamento di ritiro dalle attività scolastiche e/o lavorative, sono giovani di sesso maschile che decidono di rinchiudersi in modo volontario nella propria stanza ed evitando ogni contatto diretto con il mondo esterno, famigliari inclusi.
Uso di Internet
In associazione al ritiro sociale spesso è presente l’utilizzo di Internet o dei videogiochi che probabilmente determinano un adattamento che si sviluppa in un tempo successivo per gestire la nuova condizione di isolamento.
Il trattamento
La terapia psicologica a domicilio o in sede è la migliore: il primo step è l’incontro con i familiari, successivamente si interviene a domicilio, ma viene supportato anche l’intero nucleo familiare.
Deve essere un percorso di confronto e di evoluzione personale, con l’instaurazione di un rapporto di fiducia che possa rafforzare la motivazione personale.
Nel contesto Italiano, a differenza del Giappone, nella maggior parte dei casi gli adolescenti accettano l’aiuto terapeutico.
Hikikomori in Giappone
In Giappone il fenomeno ha aspetti estremizzati, in un’età compresa tra i 18 e i 27 anni, in alcuni casi si arriva anche a 40 anni. Il 20% usa violenza nei confronti dei famigliari, in particolare verso la madre.
Sui fattori che lo determinano, ci sono esperienze di sofferenza psicologica, spesso causata dal bullismo, ed il fattore narcisistico; inoltre, l’assenza del padre assorbito dal lavoro, rafforza l’attaccamento e la relazione madre-figlio, contribuendo allo sviluppo del narcisismo del figlio.
Altri sintomi
antropofobia (paura della gente e dei contatti sociali)
automisofobia (paura di essere sporchi)
agorafobia (paura di spazi aperti)
manie di persecuzione
disturbi ossessivo-compulsivi
comportamenti regressivi
inversione del ritmo circadiano di sonno-veglia
internet addiction disorder
comportamenti violenti contro la famiglia, in particolare verso la madre.