Disturbi alimentari e Dipendenza

Disturbi del comportamento alimentare sono presenti, soprattutto nei giovani, ben prima dell’adolescenza ed alla base vi sono problemi di autostima, vergogna e difficoltà ad esprimere le proprie emozioni.

Molti individui che hanno questa patologia possono raccontare una infanzia traumatica, mancanza di attenzioni, bullismo, abusi (fisici o sessuali). 


Poiché tali disturbi sono potenzialmente mortali, è fondamentale che chi ne soffre si rivolga a uno psicologo, ad un terapeuta, al medico di base, insomma una persona di cui ci si fida e che sia in grado di aiutare.  

Anche la terapia familiare  può essere utile, perché i familiari di chi ha questo problema, potrebbero aver bisogno di conoscere la situazione e a relazionarsi in maniera migliore con il paziente.

Molte persone – curate con successo da questa problematica – non hanno più sofferto e vivono una vita serena e appagante.

Nel Manuale Diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali, vengono indicati come disturbi della nutrizione e dell’alimentazione le seguenti problematiche psicologiche, che riguardano il rapporto tra gli individui ed il cibo.


Anoressia nervosa

Bulimia nervosa

Disturbo di alimentazione incontrollata (o Binge eating)

Pica (o Allotriofagia)

Mericismo (o Ruminazione)

Disturbo alimentare evitante/restrittivo

Questi disturbi sono il risultato di molti fattori: genetici, psicologici, ambientali; ma anche diete restrittive e difficoltà psicologiche soggettive.

Nell’osservarli, devono essere fatte opportune valutazioni cliniche, con l’anamnesi della persona (da un punto di vista nutrizionale): la condotta alimentare e la spesa energetica. 

  1. Il primo fattore di rischio dei disturbi alimentari è l’insoddisfazione per l’immagine del proprio corpo. 
  2. La magrezza è lo strumento attraverso cui le donne anoressiche e bulimiche riescono ad avere il controllo di sé.
  3. L’aspetto corporeo, da mezzo che utilizziamo per mostrarci all’esterno, diventa il fine della paziente. 

Dare un’ eccessiva importanza al peso, alla forma del proprio corpo, al controllo di ciò che si mangia non fa altro che

  1. alimentare una bassa autostima di sé
  2. incrementare un perfezionismo eccessivo
  3. essere soggetti a critiche da parte di altri individui (che la persona considera significativi ed importanti). 

Il controllo di sé invece non è un problema per chi è dipendente, bensì la soluzione e si manifesta come controllo del peso, del cibo e dell’aspetto fisico attraverso diete infinite e rinforzato dalla sensazione di successo che si prova quando si riesce a rispettare tutto quello che ci si era imposti.

Il risultato è che, diminuendo il cibo, diminuisce il peso ed il processo prosegue, senza sosta: da una necessità compulsiva, diventa un vero e proprio obbligo.

Le persone che hanno disturbi alimentari sono individui che non sono nemmeno capaci di controllo sui rapporti personali, sulle reazioni interne e sugli eventi in generale.

La tendenza al controllo si concentra sull’alimentazione perché è immediata ed ha un grande effetto manipolatorio sui familiari, in particolare.

Anche se i disturbi alimentari variano da persona a persona, alcuni segnali sono simili:

  • Angoscia riguardante cibo e calorie
  • Preoccupazione che certi alimenti contengano troppi grassi
  • Paura di aumentare di peso, quindi pesarsi spesso
  • Autostima basata sul proprio aspetto fisico
  • Allontanamento da situazioni di relazione o amicali che implicano il mangiare e isolamento dagli altri
  • Negazione dei problemi alimentari 

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